“Il conformista” è un film del 1970 diretto da Bernardo Bertolucci, uno dei più importanti registi italiani del suo tempo. Il film è basato sul romanzo omonimo scritto nel 1951 dallo scrittore italiano Alberto Moravia.
La trama si svolge negli anni ’30, in un’atmosfera di preoccupante crescente potere fascista in Italia. Il protagonista è Marcello Clerici, interpretato da Jean-Louis Trintignant, un giovane borghese ambizioso e privo di ideali. Marcello cerca costantemente di adattarsi alle idee e agli obiettivi altrui per essere accettato e per sembrare “normale” agli occhi degli altri. Il suo principale obiettivo è dimostrarsi affidabile e fedele al regime fascista, ma nasconde in sé un segreto oscuro e complesso.
Marcello viene reclutato dalla polizia segreta fascista per compiere una missione all’estero: uccidere il suo ex professore, Luca Quadri (interpretato da Enzo Tarascio), che vive in esilio a Parigi, poiché le sue idee liberali costituiscono una minaccia per il regime fascista. Durante il suo soggiorno a Parigi, Marcello si scontra con le sue insicurezze e incertezze interiori, riflettendo sulle sue scelte passate e cercando di giustificarle.
Il film è un dramma psicologico con elementi politici, ed è notevole per la sua regia elegante e suggestiva, insieme alla fotografia di Vittorio Storaro che offre una visione del periodo storico ricca di simbolismi visivi. La storia è caratterizzata da flashback, sogni e flashforward, che contribuiscono a delineare il complesso mondo interiore del protagonista.
Le migliori frasi del film “Il conformista”
“Il conformista” (1970) – Regia di Bernardo Bertolucci
1. Chissà a che serve! Però non è dorata come me l’immaginavo. Vista da lontano è quasi più piccola di quella che ho sul comodino. Dicono che almeno una volta al mese c’è qualche innamorato che si butta di sotto. Che scemi! (Giulia) [guardando da lontano la Torre Eiffel]
2. Le persone veramente serie non sono mai serie. (Luca)
3. Che strano sogno ho fatto. […] Ero cieco e voi mi portavate in Svizzera, in una clinica, per farmi operare. […] Ed era il professor Quadri che mi operava. L’intervento riusciva, riacquistavo la vista e partivo con la moglie del professore. Si era innamorata. (Marcello)
4. […] per me vigliacchi, invertiti ed ebrei sono tutti una razza. Fosse per me li metterei al muro tutti insieme. Anzi, bisognerebbe eliminarli subito, appena nati. (Manganiello)
5. “Tutti la perdiamo, la nostra innocenza, in un modo o in un altro: è la normalità.” (alberto)
6. “Era la normalità che l’attraeva; e tanto più in quanto gli si rivelava non casuale né affidata alle preferenze e alle inclinazioni naturali dell’animo bensì prestabilita, imparziale, indifferente ai gusti individuali, limitata e sorretta da regole indiscutibili e tutte rivolte ad un fine unico.” (alberto)
7. “Il primo e maggiore errore era stato di voler uscire dalla propria anormalità, di cercare una normalità purchessia attraverso la quale comunicare con gli altri.” (alberto)
8. “La normalità non consisteva tanto nel tenersi lontani da certe esperienze, quanto nel modo di valutarle.” (alberto)
9. Ma che t’aspetti dal matrimonio?
Vedi, l’impressione della normalità. (marcello e italo)
10. La normalità… Voglio costruire la mia normalità, faticosamente… ( marcello)
11. È strano, però… Tutti vorrebbero sembrare diversi dagli altri e tu invece vuoi somigliare a tutti. (italo e marcello)