La meglio Gioventù

La Meglio Gioventù” non è soltanto un film, ma un’epica narrazione che si snoda lungo quarant’anni di storia italiana, vista e vissuta attraverso gli occhi di una famiglia emblematica. Questo articolo esplorerà alcune delle frasi più significative del film, quelle che non solo hanno catturato l’essenza dei momenti storici, ma hanno anche toccato il cuore degli spettatori, riflettendo sulla natura mutevole e perpetua della vita familiare e sociale in Italia.

Un Inizio di Storia d’Amore e di Sfide

Il film inizia con il protagonista, Nicola, durante l’alluvione di Firenze nel 1966, un evento che segna l’inizio del suo viaggio personale e affettivo. Incontra una donna, se ne innamora perdutamente, e decide di seguirla a Torino, la città che diventerà teatro delle loro vite. La frase, “Incontrare te è stato come vedere chiaro nel caos,” esprime il senso di speranza e direzione che Nicola trova nel suo amore, anche nei momenti di grande incertezza.

Torino negli Anni ’70: Un Contesto di Cambiamenti

Il film si sposta poi nella Torino degli anni ’70, un periodo caratterizzato da tensioni sociali acute, tra cui il terrorismo, le lotte operaie e le ondate di immigrazione dal Sud. Una frase che colpisce in questo contesto è: “Ogni città ha il suo respiro, Torino sospira.” Questa riflessione sottolinea la pesantezza dell’atmosfera di quegli anni, carica di speranze ma anche di profonde difficoltà.

Una Riflessione Continua

Uno degli aspetti più affascinanti del film è la sua capacità di connettere il passato con il presente, chiedendosi cosa sia cambiato e cosa sia rimasto immutato. “Guardando indietro, vedo tanti sogni, eppure il futuro sembra sempre un rebus,” riflette Nicola, mostrando la complessità dell’evolvere delle generazioni e delle personali aspirazioni.

Cannes e il Riconoscimento

Nonostante fosse originariamente previsto per la sola televisione, “La Meglio Gioventù” ha ottenuto una notevole visibilità internazionale, partecipando alla sezione “Un certain regard” del Festival di Cannes. Questo ha evidenziato il valore e la profondità del cinema italiano, in grado di competere sul palcoscenico mondiale. “Da una piccola storia, un grande film è nato,” commenta un critico cinematografico durante il film, riconoscendo il valore universale della narrazione familiare e storica.

Un Affresco Sociale e Familiare

Infine, il film non è solo una cronaca storica, ma anche un’affascinante esplorazione delle dinamiche familiari e sociali. “In famiglia, come nella storia, tutto cambia per non cambiare nulla,” una frase che riassume perfettamente la dinamica di cambiamento costante e di continuità che pervade il film.

ConclusioneLa Meglio Gioventù” è più di un film; è un viaggio emotivo che invita gli spettatori a riflettere sulle proprie radici e sul proprio tempo, attraverso le parole e le vite dei suoi personaggi. Le frasi scelte sono finestre aperte sulle epoche che hanno segnato l’Italia del secondo Novecento, rendendo questo film un indispensabile punto di riferimento culturale e storico.

  • Nicola Carati: perché, si fa tanta fatica a credere alle cose belle mentre a quelle brutte ci si crede subito?
  • Nicola Carati: Adesso sei felice? Allora è arrivato il momento di essere generosi!
  • Carlo Tommasi: Il sogno mio è uno di quei posti tipo la Danimarca, la Svezia, l’Olanda: sono paesi che sembrano scatole di vetro: il cittadino passa davanti e ci guarda dentro. Il sogno mio è avere le banche trasparenti, la Borsa trasparente, quindi la politica, l’economia, tutto diventa trasparente
  • Andrea Utano: Hai proprio ragione, è tutto così bello.
  • Andrea Utano: Sto qui a guardare il sole di mezzanotte che scende fino all’orizzonte, ma poi si ferma e non entra nel mare. Penso a mio padre, penso alla mamma, e penso a te che mi hai sempre detto che tutto è bello: mi sa che avevi ragione, tutto è veramente bello…!
  • Nicola Carati e Giovanna Carati:
    Senti, ma lo sai che conservo ancora una cartolina che mi hai spedito da Capo Nord nel ’66 in norvegese, credo avesse una scritta. E sotto la traduzione diceva “tutto quello che esiste è bello” con tre punti esclamativi, ma tu ci credi ancora?
    Ai punti esclamativi no, non ci credo più!
  • Mirella Utano e Matteo Carati:
    Lo stai cercando il mistero?
    Parli con me?
    Bisogna cercare l’anima…bisogna guardare dentro!
    E tu sai guardare dentro?
    Io sì!
  • Nicola Carati:
    Lei ha una qualche ambizione?
    Ma… Non…
    E Allora vada via… Se ne vada dall’Italia. Lasci l’Italia finché è in tempo. Cosa vuole fare, il chirurgo?
    Non lo so, non ho ancora deciso…
    Qualsiasi cosa decida, vada a studiare a Londra, a Parigi… Vada in America, se ha le possibilità, ma lasci questo Paese. L’Italia è un Paese da distruggere: un posto bello e inutile, destinato a morire.
    Cioè, secondo lei tra poco ci sarà un’apocalisse?
    E magari ci fosse, almeno saremmo tutti costretti a ricostruire… Invece qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri. Dia retta, vada via…
    E lei, allora, professore, perché rimane?
    Come perché?!? Mio caro, io sono uno dei dinosauri da distruggere!

  • “Se volete vi posso ospitare da me. Io c’ho una specie di, non una stalla, una rimessa, eh. Potete dormire lì. Meglio di un pugno in bocca, no? Di un calcio in faccia… o no?”
  • “No, dico agli italiani…secondo te gli piacciono le cose trasparenti? Secondo me ti illudi.”
  • “Era la mia idea di libertà. Pensavo che ognuno ha il diritto di vivere come gli pare. Ma che libertà è morire?”

Lascia un commento