Frasi celebri del film Il deserto rosso

Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni è un film che esplora la solitudine, l’alienazione e la disconnessione dell’individuo nella società moderna.

Attraverso le immagini potenti e le atmosfere desolate, il regista dipinge un quadro inquietante della condizione umana, dove le parole, sebbene rare, assumono un’importanza cruciale.

Le frasi celebri del film riescono a trasmettere il profondo malessere esistenziale dei personaggi, il loro senso di smarrimento e la difficoltà di comunicare in un mondo che sembra troppo vasto e incomprensibile.

Ogni dialogo è carico di significato, un tentativo di cogliere l’ineluttabile tensione tra l’essere e il non essere.

Le frasi tratte da Il deserto rosso rimangono impressi nella memoria come testimonianze di un’opera che ha saputo esplorare le pieghe più intime e dolorose dell’animo umano.

Scheda Tecnica

Titolo: Il deserto rosso
Regista: Michelangelo Antonioni
Anno di uscita: 1964
Paese: Italia
Lingua: Italiano
Genere: Drammatico, Psicologico
Durata: 117 minuti
Produzione: Filmauro, Vides Cinematografica
Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra
Fotografia: Carlo Di Palma
Montaggio: Eraldo Da Roma
Musica: Giovanni Fusco

Cast Principale

  • Monica Vitti : Giuliana
  • Richard Harris : Corrado Zeller
  • Carlos de Farias : Prof. Igino
  • Valeria Ciangottini : La giovane donna

Frasi celebri

  • Corrado:Delle volte non mi sembra di avere alcun diritto di trovarmi dove sono. Sarà per questo che ho sempre voglia di andar via.
  • Giuliana:Ragazzi, non vorrei sbagliare, ma…. mi sembra proprio che… Ho voglia di fare l’amore! ( [dopo aver mangiato le uova di quaglia]
  • Max:Mai correre dietro agli affari. Io sto fermo, sono loro che girano.
  • Giuliana:Non sta mai fermo. Mai. Mai, mai. Io non riusco a guardare a lungo il mare. Se no tutto quello che succede a terra non m’interessa più.
  • Giuliana:È inutile che ti preoccupi per me. Sono mesi che tutti non fanno altro. Vado dai medici e mi parlano di me! E invece, è quando resto sola che sto male! Io, io non ne posso più! Io ho fatto di tutto per reinserirmi nella realtà, come dicono in clinica. Si direbbe che ci sono riuscita. Sono riuscita perfino a essere una moglie infedele.
  • Giuliana:C’è qualcosa di terribile nella realtà, e io non so cos’è. Nessuno me lo dice. E neanche tu mi hai aiutata, Corrado.
  • Giuliana: Ho conosciuto una ragazza.
    Corrado: Dove?
    Giuliana: Là.
    Corrado: Vuoi dire in clinica?
    Giuliana: Stava molto male. È che voleva avere tutto.
    Corrado: Tutto che cosa?
    Giuliana: Il dottore le diceva: “Lei deve imparare ad amare. Amare una persona o una cosa. Suo marito, suo figlio, un lavoro o anche… anche un cane. Ma non marito, figlio, lavoro, cane, alberi, fiume…”
    Corrado: Ti ha mai detto che cosa sentiva?
    Giuliana: Le mancava il pavimento. L’impressione di scivolare su un piano inclinato, andare giù… essere sempre lì lì per affogare. E non ha niente.
    Corrado: Neanche suo marito?
    Giuliana: No, neanche suo marito. E poi il marito non c’era. Era via.
    Corrado: Neanche suo figlio?
    Giuliana: Lui sì. Ma… quella ragazza non aveva figli. Quando è uscita dalla clinica era a un punto che si domandava: “Ma io chi sono?” Se l’è dovuto far spiegare. Da me. Adesso è guarita.
  • Giuliana: Ma tu sei di sinistra o di destra?
    Corrado: Come mai mi domandi una cosa del genere? Ti occupi di politica?
    Giuliana: No, per carità! Così…
    Corrado: Mah, è come domandare in che cosa credi. Sono parole grosse, Giuliana. Che richiederebbero risposte precise. In fondo non si sa bene in che cosa si crede. Si crede nell’umanità, in un certo senso. Un po’ meno nella giustizia. Un po’ di più nel progresso. Si crede nel socialismo, forse. Quello che importa è di agire nel modo che si ritiene giusto. Giusto per sé e per gli altri.
  • Linda: Perché non ti sei portata Augusto?
    Milly: L’ho piantato.
    Linda: Da quando?
    Milly: Io non posso andare a letto con uno che guadagna meno di me!
  • Signorina: Io per me dico che certe cose mi piace farle, non parlarne.
    […]
    Milly: In mancanza d’altro mi piace anche parlarne.
    Linda: Perché tu sei una porcona!
  • Giuliana: Mi sembra di avere gli occhi bangnati. Ma cosa vogliono che faccia con i miei occhi? Cosa devo guardare?
    Corrado: Tu dici “cosa devo guardare?” io dico “come devo vivere?” è la stessa cosa.
  • Giuliana: Se dovessi partire io mi porterei via tutto. Tutto quello che vedo, quello che ho sottomano ogni giorno. Anche i portacenere.
    Corrado: Ma allora tanto vale restare dove si è, altrimenti finisci per rimpiangere ogni cosa, la strada dove abiti, la tua città.
    Giuliana: Delle volte si legge sugli annunci del giornale “Causa partenza, vendesi”. Come se fosse una scusa per abbandonare tutto quello che si è o anche soltanto una parte. Ma perché? Non dovrebbe essere così. Ma come fai a prevedere quello che servirà? Poi le cose che lasci, la gente… le ritroverai al tuo ritorno? E se li ritrovi saranno uguali?
    Corrado: Può darsi che non ritorni più.
    Giuliana: Se io dovessi partire per non tornare più porterei via anche te. Sì perché ormai fai parte di me, cioè di quello che ho attorno.
  • Giuliana [parlando del figlio]: Lui sta bene, lui non ha bisogno di me. Sono io che ho bisogno di lui.
    Corrado: Ma che cos’hai?
    Giuliana: Mi fanno male i capelli, gli occhi, la gola, la bocca!
  • Giuliana: Tu non mi ami, vero?
    Corrado: Perché me lo domandi?
    Giuliana: Non so neanch’io perché. Non mi basta mai. Perché devo avere sempre bisogno degli altri? Io devo essere cretina. È per questo che non me la so cavare. Sai cosa vorrei? Tutte le persone che mi hanno voluto bene, averle qui attorno a me come un muro.
    Corrado: Giuliana, mi vuoi dire che cos’è accaduto?
    Giuliana: Niente, pensa un po’. Niente. [si accascia] Io non sono guarita, non guarirò mai. Mai. Mai…
    Corrado: Tu pensi troppo alla tua malattia. Invece è una malattia come un’altra. Ce l’abbiamo un po’ tutti, sai. Più o meno siamo tutti da curare.
  • Giuliana: Chissà se c’è nel mondo un posto dove si va a stare meglio. Forse no.
    Corrado: È probabile che tu abbia ragione. Uno gira e rigira e poi finisce per ritrovarsi com’era. È quello che succede a me. Io non mi sento diverso da sei anni fa. Ma non so se questo mi spinge a partire o a restare.
  • Giuliana: Aiutami! Aiutami, ti prego! Io ho paura di non farcela! Ho paura!
    Corrado: Non fare così, calmati. Perché hai paura? Di che cosa?
    Giuliana: Delle strade, delle fabbriche, dei colori, della gente, di tutto!

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