Frasi celebri del film Shutter Island

Frasi celebri del film Shutter Island

Shutter Island, il capolavoro diretto da Martin Scorsese, è molto più di un thriller psicologico. È un viaggio nella psiche umana, un intreccio di suspense e riflessioni che lasciano il pubblico senza fiato.

Oltre alla trama avvincente e all’interpretazione magistrale di Leonardo DiCaprio, il film è reso indimenticabile dalle sue frasi celebri, cariche di significato e simbolismo. Ogni parola pronunciata dai personaggi sembra essere un tassello di un puzzle più grande, che tocca temi come la follia, il rimorso e la ricerca della verità.

In questa introduzione, esploreremo alcune delle citazioni più iconiche del film, frasi che continuano a far riflettere e che rimangono impresse nella memoria di chiunque abbia vissuto questa straordinaria esperienza cinematografica. Sei pronto a scoprire le parole che definiscono il mistero di Shutter Island?

Scheda tecnica

  • Titolo originale: Shutter Island
  • Anno di uscita: 2010
  • Regia: Martin Scorsese
  • Sceneggiatura: Laeta Kalogridis
  • Soggetto: Basato sull’omonimo romanzo di Dennis Lehane
  • Genere: Thriller psicologico, drammatico
  • Durata: 138 minuti
  • Produzione: Paramount Pictures, Phoenix Pictures, Sikelia Productions
  • Distribuzione: Paramount Pictures (internazionale), Medusa Film (Italia)
  • Musiche: Selezione musicale curata da Robbie Robertson
  • Fotografia: Robert Richardson
  • Montaggio: Thelma Schoonmaker

Cast principale

  • Leonardo Di Caprio: Teddy Daniels
  • Mark Ruffalo: Chuck Aule
  • Ben Kingsley: Dr. John Cawley
  • Max von Sydow: Dr. Jeremiah Naehring
  • Michelle Williams: Dolores Chanal
  • Emily Mortimer: Rachel Solando
  • Patricia Clarkson: Rachel Solando (seconda versione)

Frasi celebri

  • Warden: Vi verrà concesso tutto l’aiuto che vi possiamo dare, ma finché restate vi atterrete al protocollo. Sono stato chiaro?
  • John Cawley: [Riferito ai pazienti] Li curiamo, cerchiamo di curarli, di guarirli… E se falliamo almeno mettiamo un senso di benessere nella loro vita… di calma.
  • John Cawley: Più semplice è la cura, meglio è.
  • John Cawley: Il mio compito è curare i pazienti, non le loro vite. Non sono qui per giudicare.
  • John Cawley: La cosa più inquietante è che non sappiamo come sia uscita dalla sua stanza. Era chiusa dall’esterno, e le finestre hanno le sbarre. È come se fosse evaporata attraverso i muri.
  • John Cawley: Ha un attacco di emicrania. Immagini che qualcuno le seghi la testa, la riempia di lamette e la scuota con tutta la forza.
  • Scritta su bigliettino: La legge del quattro. Chi è il 67?
  • Infermiera: Definisca ‘insolito’, agente. Questo è un istituto psichiatrico per criminali alienati. Il solito non fa parte della nostra giornata.
  • Edward Daniels: Tante persone sanno di questo posto, ma nessuno vuole dire niente… è come se, non so, è come se avessero paura.
  • Edward Daniels: I pazzi sono dei soggetti perfetti. Parlano e nessuno li ascolta.
  • Edward Daniels: Quando sono uscito ho visto tutti quei corpi lì a terra: troppi da contare… troppi da immaginare… Non era più una guerra: era omicidio.
  • Dr.ssa Rachel Solando: Lei crede che sia pazza… e se dico che non sono pazza, non serve a granché, no? È la geniale trovata kafkiana. Quelli dicono tutti che sei pazza e le tue proteste per confutarlo confermano solo quello che dicono loro.
  • Dr.ssa Rachel Solando: Una volta che sei considerato pazzo, tutto quello che fai viene considerato parte di quella pazzia. Le ragionevoli proteste sono negazioni, le paure ingiustificate sono paranoia, e l’istinto di sopravvivenza meccanismi difensivi.
  • Ufficiale: Non c’è ordine morale puro come la tempesta.
  • Warden: Non esiste nessun ordine morale. Esiste solo questo: la mia violenza può vincere la tua?
  • Ufficiale: Se le leggi della società sparissero e io fossi l’unico ostacolo fra lei e un pasto, lei mi spaccherebbe il cranio con un sasso e divorerebbe la mia carne, vero? Sì che è vero.
  • Edward Daniels: Amore, come mai sei tutta bagnata?
  • Edward Daniels: Questo posto mi fa pensare. Cosa sarebbe peggio? Vivere da mostro o morire da uomo per bene?

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