“Quei Bravi Ragazzi” (1990) è un capolavoro diretto da Martin Scorsese che ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema.
Un film che racconta la vita nel crimine attraverso gli occhi di Henry Hill, portando sullo schermo una serie di personaggi indimenticabili e situazioni ad alta tensione. Ma oltre alla trama avvincente, ciò che rende veramente memorabile questo film sono le sue frasi celebri, veri e propri mantra della cultura pop. Dalle battute ironiche a quelle più intense, queste frasi hanno definito il linguaggio del cinema gangster, diventando iconiche e spesso riprese in contesti diversi.
Scopriamo insieme le migliori frasi di “Quei Bravi Ragazzi” che continuano a risuonare nella memoria collettiva degli appassionati di cinema.
Scheda tecnica
Titolo: Quei Bravi Ragazzi (Goodfellas)
Anno di uscita: 1990
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Nicholas Pileggi, Martin Scorsese
Genere: Drammatico, Crime
Durata: 146 minuti
Paese: Stati Uniti d’America
Lingua originale: Inglese
Musiche: Howard Shore
Fotografia: Michael Ballhaus
Montaggio: Thelma Schoonmaker
Produzione: Irwin Winkler, Barbara De Fina
Distribuzione: Warner Bros.
Cast principale:
- Robert De Niro (James “Jimmy” Conway)
- Ray Liotta (Henry Hill)
- Joe Pesci (Tommy DeVito)
- Lorraine Bracco (Karen Hill)
- Paul Sorvino (Paulie Cicero)
- Samuel L. Jackson (Stacks Edwards)
Frasi celebri
- Henny Youngman: Il Dottor Wellsler è fra noi, è fantastico! A uno gli diede sei mesi di vita, ma siccome non poteva pagargli il conto, gliene diede altri sei!
- Henny Youngman: Io la porto dappertutto ma lei…ritrova sempre la strada di casa!”
- Paul Cicero e James Conway: Tu non puoi divorziare: non siamo animali! Ma quale divorzio? Lei non divorzierà mai! Magari l’ammazzo, ma non divorzia…
- Henry Hill: Eravamo bravi ragazzi, ragazzi svegli.
- Henry Hill: Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il Presidente degli Stati Uniti.
- James Conway: La donna che ti aprirà lo sportello sarà la donna della tua vita.
- Henry Hill: Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis, le chiavi di una dozzina di appartamentini in città… Scommettevo trentamila dollari ai cavalli di domenica e sperperavo le vincite la settimana dopo; oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli allibratori. Non aveva importanza: non succedeva niente. Quando ero in bolletta, andavo a rubare un altro po’ di grana. Noi gestivamo tutto: pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici: stavano sempre con la mano tesa. Le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso, è tutto finito. È questa la parte più dura. Oggi è tutto diverso, non ci si diverte più: io devo fare la fila come tutti gli altri; e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fettuccine col ketchup. Sono diventato una normale nullità: vivrò tutta la vita come uno str***o qualsiasi.
- Henry Hill: Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il presidente degli Stati Uniti. Quando cominciai a bazzicare alla stazione dei taxi e a fare dei lavoretti dopo la scuola ho sentito che volevo essere dei loro. Fu là che capii che cosa significa far parte di un ‘gruppo’. Per me significava essere qualcuno in un quartiere pieno di gente che non era nessuno. ‘Loro’ non erano mica come tutti gli altri, ‘loro’ facevano quello che volevano, e nessuno chiamava mai la polizia. I ragazzi arrivavano in Cadillac e me le lasciavano parcheggiare. Giorno per giorno imparavo come si campava a sbafo, un dollaro qua un dollaro là. Vivevo come in un sogno. Mio padre era incazzato perché sapeva quello che succedeva li e ogni tanto mi dovevo sorbire una bella razione di botte, ma non me ne fregava più niente, da come la vedevo io tocca a tutti prendere le botte prima o poi. Ma io ero il ragazzo più fortunato del mondo perché sarei diventato un gangster.
- Henny Youngman: Le ho chiesto: dove vuoi andare per il tuo compleanno? Lei fa: in un posto dove non sono mai stata. E io: prova a entrare in cucina!
- Tommy DeVito: Ci sono un fottio di buche nel deserto e in quelle buche sono sepolti un fottio di problemi, solo che lo devi fare bene, insomma devi già aver scavato la buca prima di presentarti con un pacco nel portabagagli…se no si tratta di scavare per mezzora, 45 minuti, e chi lo sa chi si può presentare nel frattempo…e in quattro e quattr’otto ti tocca scavare altra buche e ca**o ci puoi restare tutta la notte!
- Tommy DeVito: Figliolo quand’è che ti trovi una brava ragazza pure te? Mamma, io ne trovo di bravissime tutte le sere!
- Tommy DeVito: Sono buffo? Ma buffo come? Come un clown…
- Henry Hill: Ci trattavano come delle stelle del Cinema, ma eravamo più potenti, eravamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza in cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto.
- Henry: è proprio buffo!
Tommy: Come sarebbe buffo?
Henry: Sei buffo, insomma, è una bella storia, è buffa, sei un tipo buffo!
Tommy: Perché, per via di come parlo o cosa?
Henry: No, è che sei… buffo! Insomma, è il modo come racconti le storie.
Tommy: Buffo come? Che ci trovi di buffo?
Voce: Tommy non hai capito…
Tommy: No, aspè aspè, è cresciutello, sa quel che dice, che dici eh? Buffo come?
Henry: Beh…
Tommy: Come?
Henry: Che sei buffo, tutto qua.
Tommy: No spiegami fammi capire perché magari è colpa mia, forse sono un po’ rincoglionito ma… buffo come? Buffo come un pagliaccio, ti diverto? Ti faccio ridere? Sto qua per divertirti? Come sarebbe buffo, buffo come, perché buffo?
Henry: Per… per… per come racconti le storie, capisci?
Tommy: No, no, io non capisco, tu l’hai detto, lo saprai no? Tu hai detto che sono buffo; ma com’è che sono buffo, che c. ci trovi di tanto buffo in me, eh, dimmelo, di’, che c’è di buffo?
Henry: [Pausa] …ah, vaffanculo, piantala Tommy!
Tommy: Certe volte mi vengono dubbi su di te, Henry, potresti mollare sotto un terzo grado! - Mrs. DeVito: Ma tu perché non ti trovi una brava ragazza?
Tommy: Io ne trovo di bravissime tutte le sere, mamma!
Mrs. DeVito: Io dicevo una ragazza con cui ti puoi sistemare.
Tommy: Io mi ci sistemo benissimo tutte le notti, e la mattina dopo sono libero. Ti voglio bene, mamma, ti voglio bene! - Tommy: Hey Spider, lo sai che quel c. di fasciatura che c’hai al piede è più grossa della tua testa?
[Tutti ridono] - – **Spider:** Grazie…
Tommy: Questo mi dice che viene a lavorare col girello come i pupi… ma pure così puoi ballare eh! Fai vedere, facci vedere un paio di balletti, forza Spider, facci vedere. Sei proprio un cazzone, sai. Di la verità, ti vuoi fare compatire, vero bello?
Spider: Perché non te ne vai a fanculo, Tommy?
[Tutti quanti si meravigliano per la risposta improvvisa di Spider]
Jimmy: Ma l’ho sentito? Dico, non ci posso credere a quello che ho sentito. Hey Spider, [Posando dei dollari sul tavolo] toh! Questo è per te. Ho un certo rispetto per questo ragazzo, ha le palle, eh? Complimenti! Non si fa mettere sotto da nessuno, sei bravo! Tu gli spari a un piede, e lui ti manda a fare in culo. Tommy, tu gli permetti di comportarsi così? Tu permetti a questa merda di trattarti così, ma che ti succede? Dove andremo a finire di questo passo?
[Tommy, innervosito dalla scena, spara improvvisamente a Spider]
Tommy: Ecco dove andiamo a finire, ti è piaciuta questa? Ti è piaciuta, va bene?
Jimmy: Ma che c. ti prende?!
Tommy: Ma perché…
Jimmy: Ma che c. ti succede a te?! Ma che sei scemo, Tommy? [Nel frattempo Henry va a controllare il corpo di Spider] Tommy, io stavo scherzando, che c. succede? Tu sei malato, Tommy!
Tommy: Ma che ne so che scherzi, come sarebbe che scherzi…
Jimmy: Ma… ma ma io stavo scherzando e tu prendi e gli spari a quello!?
Henry: È morto.
Tommy: Bel colpo, che ci vuoi fare, bel colpo.
Voce: Lo credo, a questa distanza…
Tommy: Perché, c’avresti qualche cosa da ridire?
Voce: Oh no… no.
Tommy: Uno sbruffone del cazzo, una famiglia di infami, sarebbe diventato una infame pure lui…
Jimmy: Che stronzata! Guarda, non ci posso credere. Adesso scavi una fossa e lo sotterri, te la scavi da solo, lo fai tu! Io non ci voglio entrare, lo fai da solo, eh?
Tommy: E chi se ne fotte! La scavo la fossa, non me ne fotte un c.! Non sarebbe nemmeno la prima, non è la prima volta che scavo una fossa… dove stanno le pale? - Billy Batts: Qua non c’è rispetto, tu mi capisci?
Jimmy: Eh, i tempi sono cambiati. Sei stato via per sei anni, insomma, è tutto diverso!
Billy Batts: Proprio così. La mia galera l’ho fatta, Jimmy, ho scontato sei anni e ora me ne torno a casa, e voglio quello che mi spetta. Ho delle bocche da sfamare, io!
Jimmy Conway: Avrai la tua parte. Avrai il rispetto. - Tommy: Credevo che te ne stavi con qualche puttana!
Stacks: Sì, sì, in effetti c’era: dove sarà andata?
Tommy: Eh, è sempre pieno di riviste porno qui, di mignotte. Che schifo!
Stacks: Sì, sì… Che ora è?
Tommy: Sono le undici: dovevamo essere sul posto alle nove, sei sempre in ritardo. Arriverai in ritardo anche al tuo funerale! - Morrie: Ehi Jimmy, adesso ti posso parlare?
Jimmy: Lo sai che sei un gran rompipalle?
Morrie: Sì?
Jimmy: Sei un gran rompipalle! Mi vuoi parlare? Ok, va bene, togliamoci questo pensiero. Io non ho mai conosciuto un rompipalle come te in tutta la mia vita!
Morrie: Ehi, chi è che ti vuole più bene di me, eh?
Jimmy: È incredibile!
Morrie: Farei qualunque cosa per te!
Jimmy: E allora non cominciare a rompermi le palle, no? Andiamo a prenderci un caffè.
Morrie: Lo sai che ti voglio bene! Andiamo alla tavola calda?
Jimmy: No…
Frankie: Andiamo alla tavola calda in fondo al bowling!
Jimmy: Ma dov’è? Dov’è questo posto?
Frankie: Roockwood Boulevard.
Jimmy: Ah, quello. - Frankie: Sta aperto ventiquattr’ore su ventiquattro!
Morrie: Ce le hanno le ciambelle?
Frankie: Sì, ce l’hanno tutto.
Morrie: Compriamo un po’ di ciambelle per Henry. Io ne porto un paio a casa.
Frankie: Ah, vi hanno detto dei locali che stiamo razziando a Boston?
Morrie: Uh? No, non ne ho sentito niente.
Frankie: Eh, andiamo forti a Boston!
Tommy: Credevo che non si sarebbe più zittito!
Jimmy: Che rompicoglioni! - Vinnie: Buona fortuna, Tommy!
Tommy: Grazie, Vinnie. A te quanti anni fa ti hanno accettato?
Vinnie: Ah, io sono un veterano: trent’anni fa.
Tommy: Trent’anni?
Vinnie: Sì!
Tommy: Chissà quanti ricordi!
Vinnie: Eh, sì.
Tommy: Le Montagne Rocciose all’ora erano collinette!