Frasi del Film Dogman 

Il film “Dogman” di Luc Besson, presentato in anteprima a Venezia nel 2023, si distingue non solo per la sua trama avvincente ma anche per le sue frasi significative che toccano temi profondi come l’infelicità umana, la disabilità, e la relazione tra uomini e cani. Questo articolo esplora alcune delle frasi più belle del film Dogman, evidenziando il loro impatto emotivo e filosofico.

Dogman, le frasi del film

«Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane» , così recita la citazione del poeta francese Alphonse de Lamartine che introduce il film “Dogman”. Questa frase, che si annovera tra le frasi più belle del film Dogman, è stata ripresa dal regista Luc Besson nelle sue interviste a Venezia, dove il suo film ha debuttato in anteprima.

Inoltre, sottolinea il tema centrale del film: l’infelicità umana e la possibilità che la presenza di un cane la lenisca. Il film esplora questa dinamica attraverso il personaggio di Douglas, soprannominato Doug, che trova conforto e amore nei suoi cani, gli unici esseri che gli offrono affetto incondizionato.

Doug, (abbreviato da Dogman), è un personaggio da un’infanzia difficile, che trova nella lettura e nel teatro, in particolare nelle opere di Shakespeare, una via di fuga dalla sua realtà.

Una delle frasi del film Dogman che risuona profondamente è: “Non avendo qualcuno che gli dia attenzioni o affetto, ‘un bambino prende l’affetto che trova’, e l’unico affetto che Douglas trova è quello dei suoi cani“. Questa frase evidenzia la solitudine e la ricerca di amore di Douglas, trovando nei cani non solo compagni ma veri e propri salvatori.

Il film mostra come il palcoscenico diventi un rifugio per Douglas, dove può esprimere se stesso e trovare gioia. L’esperienza del palcoscenico gli regala gioia e vitalità, permettendogli di resistere in piedi sulle sue gambe, senza sedia a rotelle, per l’intera durata della sua esibizione.

Frasi Dogman

Dogman non è solo un film sulla relazione tra uomo e cane, ma anche un’esplorazione del bisogno umano di amore e appartenenza. Douglas, viene descritto come un drop out della società, che trova in questi animali non solo compagnia ma anche un senso di scopo.

Tra le frasi di Dogman, che hanno saputo catturare l’attenzione della Wing-woman, da lei commentata con: «Gli basta una frase così per vendere il film a chiunque», rivela la sua abilità nel prevedere il successo. Infatti, le sue osservazioni, spesso profetiche, non vanno mai sottovalutate. Mai scommettere contro gli epitaffi della Wing-woman, che si rivelano la maggior parte delle volte azzeccati.

Tra le altre frasi dal film Dogman, includiamo:

  • Marcello: A me qua mi vogliono tutti bene nel quartiere.
  • Simone: Sono amico tuo io? Sì o no?
  • Questa? Eh lo so, quella l’ho fatta!
  • In Calabria è bellissimo! Hai mai visto la Calabria? Io non li ho visti mai i fondali in Calabria ancora.
  • Preferisci farti la carcerazione al posto suo? Ma che cazzo hai in questo cervello? Sai che ti combinano in carcere un tipo come te, coglione come sei, lo sai che ti fanno in carcere?
  • Questo è un cane sciolto, prima o poi qualcuno lo ammazza. Perché mi devo prendere io questa responsabilità, non ho capito.
  • Se il problema è che hai paura, non ne devi avere. Ci pensiamo noi a te. (Poliziotto)
  • Io t’ammazzo! (Simone) [ultime parole]

Tra le citazioni su Dogman, troviamo:

  • Garrone? È un artigiano, il primo spettatore. Abbiamo fatto un film che è un universo d’amore. (Marcello Fonte)
  • Il mio personaggio è odioso, eppure l’ho amato e per interpretarlo ho dovuto fare le due cose che odio di più: palestra e dieta! (Edoardo Pesce)

Tra le frasi del film Dogman, pronunciate da Matteo Garrone troviamo:

  • C’è questo legame tra un piccolo e un grosso, in cui il primo teme il secondo, lo subisce ma ne è anche affascinato perché ha qualcosa che a lui manca, il loro rapporto segue una direzione che non è lineare. Marcello è contraddittorio, fatto di luci e ombre, e compie sempre delle azioni che sfuggono ad una logica razionale. In questo senso è modernissimo, un personaggio dalla personalità frammentata e scisso. Infatti uno dei punti di partenza, anni fa, erano state anche le Memorie del sottosuolo di Dostoevskij, il cui protagonista mi ricordava Marcello.
  • La strada che abbiamo trovato è molto meno battuta e meno vista, mi pare più interessante, il protagonista non si trasforma mai in un mostro, nonostante quello che gli accade, così rimani fino alla fine con lui. Ci sono riuscito perché ho trovato Marcello, grazie alla sua innocenza quasi infantile.
  • Nel 2006, quindi prima ancora di Gomorra, avevo avuto quest’idea che girava intorno a quel fatto, mi piaceva l’immagine di un uomo in gabbia con dei cani, anch’essi in gabbia, che lo guardano. In più di dieci anni il film è cambiato molto nella mia testa, l’ho sempre rimandato perché non trovavo come farlo. La storia mi attraeva per certi versi e per altri mi allontanava, in particolare la parte cruenta del fatto di cronaca, non mi ispirava proprio. Mi è sempre sembrata qualcosa di già visto al cinema, il buono che diventa mostro come Cane di paglia o Un borghese piccolo piccolo.
  • Tutta la parte finale, quella in cui prende uno spessore vero, la prima è importante per creare le premesse, è nata da un percorso con Marcello che ci ha portato naturalmente in una certa direzione, diversa dalla sceneggiatura, il cui finale ancora manteneva dei residui di alcuni aspetti del fatto di cronaca.

Oltre alle frasi dal film Dogman, troviamo i dialoghi:

  • Franco: Questo è un cane sciolto, prima o poi qualcuno lo ammazza. Perché mi devo prendere io questa responsabilità, non ho capito.
    Francesco: Cioè tu ti aspetti che qualcuno risolva il problema tuo? Il problema tuo te lo devi risolvere te.
  • Figlia di Marcello: Papà, metti lacca, poi pettina. E alza la cresta. […] Papà, pettinala… pettinala… Tutta… La devi pettinare tutta quanta.
  • [Simone rompe l’apparecchio della videolottery con una testata]
    Francesco: Ma che, l’hai rotta? Ma li mortacci tua! Questa è nuova!
    Simone: Trecento Euro ci ho messo.
    Francesco: Che ci ha messo?!
    Simone: Trecento Euro.
    Francesco: Mezz’ora che giochi e ci hai messo trecento Euro?! […] Ma guarda che casino…
    Simone: Ridamme trecento Euro.
    Francesco: Ma che te dò trecento Euro, famme er piacere!

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