Frasi del film Pane e Tulipani

“Pane e Tulipani” è un film italiano del 2000 diretto da Silvio Soldini. Il film, ambientato tra Milano e Venezia, racconta la storia di Rosalba Barletta, interpretata da Licia Maglietta, una casalinga milanese che si ritrova accidentalmente abbandonata dal marito durante una gita in pullman con la sua famiglia.

Decisa a prendere in mano la propria vita, Rosalba decide di non tornare a Milano e si rifugia a Venezia. Qui, inizia una nuova avventura inaspettata e affascinante. Trova lavoro come cameriera in un ristorante, stringe amicizia con una variegata comunità di personaggi, tra cui il misterioso e affascinante Fernando, interpretato da Bruno Ganz, e si immerge nel fascino e nella bellezza della città lagunare.

Attraverso le sue esperienze e le relazioni che si sviluppano lungo il percorso, Rosalba scopre una nuova libertà e indipendenza, lontana dagli schemi convenzionali della sua vita precedente. Il film affronta temi come la ricerca della felicità, il coraggio di seguire i propri sogni e la scoperta di sé stessi.

“Pane e Tulipani” ha ottenuto un grande successo di critica e pubblico, vincendo numerosi premi, tra cui il David di Donatello per il miglior film e il premio per la miglior attrice protagonista a Licia Maglietta. Il film è apprezzato per la sua delicata narrazione, l’atmosfera romantica e l’interpretazione autentica dei personaggi.

È un film che celebra l’importanza di cogliere le opportunità e seguire il proprio istinto, anche quando ciò significa abbandonare la routine e cercare la felicità altrove. “Pane e Tulipani” è diventato un classico del cinema italiano e continua a essere amato dal pubblico per la sua dolcezza, la sua ironia e la sua capacità di farci riflettere sulla vita e sull’importanza di trovare il proprio cammino.

Le migliori frasi del film “Pane e tulipani”

Vediamo ora le migliori frasi del film “pane e tulipani” che han consacrato questo film dalla sua uscita fino ad oggi.

“Pane e tulipani” (2000) – Regia di Silvio Soldini

1. “- Mio nonno mi stava insegnando a suonare la fisarmonica, poi è morto cadendo da un ponte in costruzione.
– Tuo nonno costruiva ponti?
– No, era in bicicletta, non si era accorto che il ponte non era stato finito.”

2. Fermo: Le cose belle sono lente.

3. Fernando: Rosalba, da quando lei è partita la vita è una palude
la notte mi tormenta e il giorno mi delude
se ho fatto questo viaggio vi è un’unica cagione
che lei torni ad illuminar la mia magione.

4. Costantino: Grazia guardami: ho passato con te i momenti più belli della mia vita, io sapevo che c’eri ma non sapevo dov’eri; adesso ti ho trovata e adesso so cos’è la felicità, devi credermi, ti scongiuro.

5. Fermo: Bisogna imparare ad aspettare.

6. Rosalba: Non vorrei sembrarle precipitosa, ma… se ci dessimo del tu? [rivolta a Fernando, mentre ballano, nell’ultima scena del film]

7. Fernando: Intenderei calare negli Abruzzi e ricondurre qui Rosalba. Due compagni mi seguiranno nell’impresa. [al fioraio anarchico Fermo]

8. [All’indomani della partenza di Rosalba per Pescara]
– Eliseo: Nonno, cos’è che ti consuma?
– Fernando: Nulla, Eliseo, nulla.
– Eliseo: So che le tue parole mi suoneranno oscure, ma un giorno capirò. Me l’hai detto tante volte.
– Fernando: Ciò che mi consuma è la mia stoltezza… Ancora una volta la felicità ha battuto invano alla mia porta.
– Eliseo: E tu non hai aperto?
– Fernando: Sono stato sordo. E ora languo.

9. Fernando: L’apparenza la penalizza. [riferendosi ad Adele, la madre di suo nipote Eliseo]

10. Fernando: [Riferendosi al fucile] Apparteneva al nonno di mia moglie, l’ultima volta ha sparato a Caporetto, ma come può notare è stato accuratamente preservato dalle insidie della ruggine e dall’usura del tempo; al suo posto eviterei qualsiasi azione che possa indurmi a mostrare l’efficienza della sua meccanica.

11. Rosalba: Quando avevo dodici anni mio nonno mi aveva un po’ insegnato, poi dopo è caduto da un ponte in costruzione.

12. Fernando: Suo nonno si dedicava alla costruzione di ponti?

13. Rosalba: No. Una notte tornava a casa in bicicletta e credeva che l’avevano finito.

14. Fernando: La distrazione a volte può rivelarsi fatale

15. Rosalba [in sogno, giustificando la carta da parati della stanza d’albergo dove dorme]: Sono di passaggio!
Suocera: E chi non lo è?

16. Il figlio minore: Le canne non so’ droga, so’ canne.

17. Fernando: Ancora una volta la felicità ha battuto invano alla mia porta.

Lascia un commento