Frasi del Film Interstellar

“Interstellar” non è solo un viaggio attraverso le stelle, ma anche un’esplorazione profonda dell’animo umano. Le frasi di Interstellar pronunciate dai personaggi, rivelano le molteplici sfaccettature dell’esperienza umana: la speranza, il sacrificio, la determinazione e l’amore che trascende i confini dell’universo. 

Le frasi di Interstellar, non sono solo le più belle, ma sono eco di emozioni che risuonano in ogni individuo, riflessioni che sfidano il nostro intelletto e toccano il cuore.

In queste citazioni si cela la vera essenza del film: un messaggio che, come un faro, guida l’umanità attraverso l’oscurità dello spazio verso la luce della comprensione. Entriamo quindi nell’epopea spaziale di Nolan, lasciandoci ispirare dalle frasi del film Interstellar più belle che hanno dato vita a uno dei più grandi capolavori cinematografici del nostro tempo.

Frasi Interstellar

Interstellar è un film del 2014 proveniente dagli Stati Uniti, avente come protagonisti Matthew McConaughey e Anne Hathaway, e realizzato sotto la guida di Christopher Nolan, che ne è stato sceneggiatore, regista e produttore.

Le frasi più belle tratte dal film Interstellar, risuonano nel contesto di un XXI secolo apocalittico, dove l’umanità è assediata da devastanti tempeste di sabbia e la carenza di cibo minaccia la sopravvivenza. Un tempo affiliati alla NASA, un gruppo di scienziati sfrutta un buco nero per superare i confini fisici del viaggio spaziale e percorrere le vaste distanze necessarie per un viaggio interstellare. Tra loro c’è Cooper (interpretato da Matthew McConaughey), un ex pilota di grande abilità, che si separa dai suoi figli per partecipare a una missione cruciale con l’obiettivo di trovare una nuova casa per l’umanità.

Scopriamo le frasi del film Interstellar più belle del kolossal di Christopher Nolan. 

Interstellar Frasi

Ripercorriamo le frasi celebri dal film Interstellar.

  • Donald: Quando ero bambino sembrava che inventassero qualcosa di nuovo ogni giorno: qualche aggeggio o un’idea. Ogni giorno era Natale. Ma sei miliardi di persone…prova solo a immaginarlo…e ognuna di queste persone che vuole avere tutto.
  • Cooper: È come se ci fossimo dimenticati chi siamo, Donald: esploratori, pionieri. Non dei guardiani.
  • Murph: Il grano era morto dopo la piaga abbiamo dovuto bruciarlo. C’era ancora il mais. Ettari di mais. Ma c’era soprattutto sabbia.
  • Preside: Al momento non abbiamo bisogno di altri ingegneri. Non abbiamo esaurito le scorte di televisori e aeroplani, abbiamo esaurito le scorte di cibo. Al mondo servono agricoltori.
  • Donald: [Rivolto a Cooper] Sei tu quello fuori posto: sei nato quarant’anni troppo tardi o quarant’anni troppo presto.
  • Cooper: Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora invece lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango.
  • Donald: Il pop corn a una partita è contro natura! Voglio un hot dog!
  • Agente della NASA: [Al quartier generale della NASA] Siete nel posto più segreto del mondo. Nessuno ci arriva per caso, nessuno va via per caso.
  • Professor Brand: La generazione di tua figlia… sarà l’ultima a sopravvivere sulla Terra.
  • Cooper: Dopo che siete nati voi tua mamma mi ha detto una cosa che non avevo mai capito. Mi ha detto “Ora siamo qui solo come ricordi per i nostri figli”. Credo di aver capito che cosa voleva dire. Quando diventi genitore sei il fantasma del futuro dei tuoi figli.
  • Murph: “Resta”! Il messaggio è “Resta”, papà!
  • Cooper: [Dando un orologio da polso a Murph] Uno per te, uno per me. Quando starò lassù nell’ipersonno o viaggiando quasi alla velocità della luce o vicino a un buco nero il tempo cambierà per me e andrà molto più lento. Quindi quando tornerò Murphy li confronteremo. […] Chi può dirlo? Magari quando sarò tornato io e te avremo la stessa età.
  • Cooper: Ti voglio bene per sempre e ti prometto che tornerò. Tornerò, Murphy.
  • Professor Brand: Non andartene docile in quella buona notte, | I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno; | Infuria, infuria, contro il morire della luce. || Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta, | perché dalle loro parole non diramarono fulmini; | non andartene docile in quella buona notte. || Infuriati, infuriati, contro il morire della luce.
  • Amelia Brand: Ti ricordo Cooper, che stai letteralmente sprecando fiato.
  • Tom: Non sentirai mai questi messaggi, lo so… Tutti questi messaggi staranno fluttuando lassù, nell’oscurità… Lois dice che devo lasciarti andare e allora forse ti sto lasciando andare. Non so dove sei papà, ma spero che tu sia in pace e… Addio.
  • Murph: Ciao papà. Che gran figlio di puttana. Non ne ho mai registrato uno quando rispondevi perché ero furiosa che te ne fossi andato. E poi quando hai scelto il silenzio mi è sembrato di dover accettare quella tua decisione. Ma oggi è il mio compleanno ed è un compleanno speciale perché tu mi hai detto… tu mi hai detto che al tuo ritorno avremmo potuto avere la stessa età. E oggi ho gli anni che avevi tu quando sei partito. Quindi questo sarebbe un ottimo momento per tornare.
  • Professor Brand: Non ho paura della morte. Sono un vecchio fisico. Ho paura del tempo.
  • Professor Brand: Inoltrandoci nell’universo dobbiamo affrontare la realtà del viaggio interstellare. Dobbiamo arrivare molto al di là della nostra personale esistenza. Dobbiamo pensare non come individui, ma come specie.
  • Amelia Brand: [Rancorosa, rivolta a Cooper] Forse tu dovrai scegliere se preferisci rivedere i tuoi figli o salvare il futuro della razza umana. So che sarai altrettanto obiettivo.
  • Dr. Mann: Pregate di non sapere mai quanto può essere bello vedere il viso di un altro.
  • Murph: Mio padre pensava che lo chiamassi “fantasma” perché ne avevo paura. Ma non mi ha mai fatto paura. Lo chiamavo “fantasma” perché lo percepivo come una persona che cercava di dirmi qualcosa.
  • Dr. Mann: [A Cooper] Lei ha dei legami, ma anche senza una famiglia le posso assicurare che il desiderio di stare con altre persone è potente. Quell’emozione è alla base di quello che ci rende umani. Non è da sottovalutare.
  • Dr. Mann: [A Cooper] Lei sa perché non potevamo mandare delle macchine nelle nostre missioni, vero Cooper? Una macchina non improvvisa bene. Perché non si può programmare la paura della morte. Il nostro istinto di sopravvivenza è la nostra più grande fonte di ispirazione. Prendiamo lei come esempio: un padre con un istinto di sopravvivenza che si estende ai propri figli. Per la ricerca sa quale sarà l’ultima cosa che lei vedrà prima di morire? I suoi figli. I loro volti. In punto di morte la sua mente spingerà ancora un po’ di più per sopravvivere. Per loro, Cooper.
  • Romilly: Questi dati non hanno senso. [la base del dottor Mann esplode]
  • Dr. Mann: Qui non si tratta della mia vita o di quella di Cooper, ma dell’intera umanità. Arriva un momento… [la navetta esplode perché l’airlock non è agganciato adeguatamente]
  • CASE: Cooper, non c’è tempo per la cautela.
  • TARS: La terza legge di Newton. L’unico modo che gli umani hanno trovato per andare avanti è lasciarsi qualcosa alle spalle.
  • Amelia Brand: [A Cooper] Te li porti molto bene i tuoi centovent’anni!
  • Murph: [Lanciando in aria fogli] Eureka! È un classico. [Bacia Getty] Eureka!

Frase Interstellar sull’amore

Nel film “Interstellar”, si trova un significativo scambio di frasi sull’amore, tra i due personaggi principali, Cooper e Amelia. Ecco il testo di quella conversazione:

“Amelia Brand: “L’amore non è una cosa che abbiamo inventato noi. È misurabile, è potente. Deve voler dire qualcosa.”

Cooper: “L’amore ha un significato, sì. Utilità sociale, solidarietà, allevare bambini…”

Amelia Brand: “Amiamo persone che sono morte. Qui non c’è un’utilità sociale.”

Cooper: “Non c’è.

Amelia Brand: “Forse vuol dire qualcosa di più, qualcosa che non possiamo ancora afferrare. Magari è una testimonianza, un… un artefatto di un’altra dimensione che non possiamo percepire consciamente. Io sono dall’altra parte dell’universo attratta da qualcuno che non vedo da un decennio, una persona che forse è morta. L’amore è l’unica cosa che riusciamo a percepire che trascenda dalle dimensioni di tempo e spazio. Forse di questo dovremmo fidarci, anche se non riusciamo a capirlo ancora. Va bene, Cooper. Sì, anche la minima possibilità di rivedere Wolf mi entusiasma. Non vuol dire che abbia perso il controllo.”

Cooper: “Onestamente Amelia, può darsi.”

Il dialogo tra i due protagonisti del film “Interstellar” esplora le diverse prospettive sull’amore. Cooper ha un approccio razionale, vedendo l’amore come un meccanismo biologico per la sopravvivenza e la riproduzione. Tuttavia, Amelia, interpretata da Anne Hathaway, contrappone questa visione con l’idea che l’amore per le persone defunte dimostra che il suo significato va oltre l’utilità.

La scienza attuale non riesce a spiegare pienamente l’amore, limitandosi a descrivere i suoi aspetti biologici senza toccarne il vero significato. Il film suggerisce che l’amore, che si estende oltre lo spazio e il tempo, potrebbe essere meglio compreso come una forza su cui affidarsi piuttosto che cercare di analizzarlo solo con metodi scientifici. Amelia propone che l’amore potrebbe essere un fenomeno di un’altra dimensione, al di là della nostra percezione consapevole, invitando a una riflessione sia personale che collettiva su questa potente emozione.

Frasi dai Dialoghi Interstellar

Ecco la raccolta delle migliori frasi citazioni dal film Interstellar.

  • Murph: Perché tu e la mamma mi avete chiamata come una cosa brutta? Cooper: No, non è vero. Murph: La legge di Murphy. Cooper: La legge di Murphy non significa che succederà una cosa brutta, ma che tutto quello che può accadere accadrà. E a noi questo non dispiaceva per niente.
  • Cooper: Escludete mio figlio dal college adesso? Ha quindic’anni. Preside: Sì, ma i suoi risultati non sono abbastanza alti. Cooper: Quant’è il suo giro vita? 80 centimetri? E diciamo… 83 di cavallo? Preside: Non capisco dove vuole arrivare… Cooper: Sto dicendo che… ci vogliono due numeri per misurare il suo culo ma uno solo per misurare il futuro di mio figlio?
  • Signorina Hanley: [Murph] Ha portato questo per mostrarlo ai compagni. La parte sugli allunaggi. Cooper: Sì, è uno dei miei vecchi libri di testo. Lei ha sempre amato queste immagini. Signorina Hanley: È un vecchio testo federale. Li abbiamo rimpiazzati con le versioni corrette. Cooper: Corrette? Signorina Hanley: Sì. Spiegano che le missioni Apollo erano solo finzioni per far fallire i sovietici.[2] Cooper: Lei non crede che siamo andati sulla Luna? Signorina Hanley: Credo sia stata una geniale propaganda e che i sovietici siano andati in bancarotta da soli investendo in razzi e in altre macchine inutili. Cooper: Macchine inutili…
  • Murph: Che cosa pensi di farne? Cooper: Gli darò da fare qualcosa di socialmente utile. Tipo guidare una mietitrebbia. Murph: Non possiamo lasciarlo andare? Non faceva del male a nessuno. Cooper: Deve imparare ad adattarsi, Murph. Come tutti noi.
  • Cooper: Troveremo una soluzione, professore. Lo abbiamo sempre fatto. Professor Brand: Spinti dalla fede incrollabile che la Terra sia nostra. Cooper: Be’, non solo nostra, no. Ma è la nostra casa.
  • Cooper: Ok, adesso deve dirmi qual è il suo piano per salvare il mondo. Professor Brand: Non siamo destinati a salvare il mondo, ma ad abbandonarlo.
  • Cooper: Avete mandato delle persone a cercare una nuova casa? Professor Brand: Le missioni Lazarus. Cooper: Ah, be’. Un nome allegro. Professor Brand: Lazzaro è risorto dai morti. Cooper: Sì, è vero. Ma prima è dovuto morire. Non c’è un pianeta nel nostro sistema solare che può sostenere la vita e la stella più vicina è a più di mille anni luce di distanza. Voglio dire, è molto più che inutile. Dove li avete mandati? Professor Brand: Cooper, non posso dirti niente di più. A meno che non accetti di pilotare questa nave. Sei il miglior pilota che abbiamo avuto. Cooper: Sì, a mala pena ho superato la stratosfera. Professor Brand: Questa squadra non ha mai lasciato il simulatore. Ci serve un pilota e questa è la missione per cui sei stato addestrato. Cooper: Oh, senza che lo sapessi? Un’ora fa non sapevate neanche che fossi vivo. Se fosse per voi sareste partiti comunque. Professor Brand: Non avevamo scelta. Ma qualcosa ti ha mandato qui. Loro hanno scelto te.
  • Cooper: Ho dei figli professore… Professor Brand: Vai lassù e salvali.
  • Murph: Pensavo fossi il fantasma. Cooper: No… tesoro, non esistono i fantasmi. Murph: Il nonno dice che possono venire… Cooper: Be’, forse perché si sta preparando a diventarne uno lui stesso. Ora torna a dormire. Murph: Hai avuto un incubo sull’incidente? Cooper: Il letto ti chiama, è meglio che vai Murph.
  • Tom: Non esistono i fantasmi, stupida! Cooper: Ehi! Murph: Ho trovato il nome: si chiama poltergeist. Tom: Papà, diglielo. Cooper: Be’, non è molto scientifico, Murph. Murph: Hai detto che scienza è ammettere ciò che non sappiamo. Donald: Ti ha fregato! Cooper [a Murph, riferendosi al modellino del LANDER]: Ehi, prenditi cura della nostra roba. Donald: Cooper… Cooper: Va bene, vuoi parlare di scienza? Non dirmi solo che hai paura di un fantasma, no, devi andare oltre: annotare i fatti, analizzare, arrivare al come e il perché e poi esponi le tue conclusioni.
  • Amelia Brand: Scienziati, esploratori…è questo che amo. Sai, nello spazio affrontiamo grandi sfide: la morte, ma… non il male. Cooper: Non credi che la natura sia anche maligna? Amelia Brand: No. Tremenda, spaventosa, ma no, maligna no. Be’, un leone è maligno perché fa a pezzi una gazzella? Cooper: C’è solo quello che ci portiamo. Amelia Brand: Sì. Quest’equipaggio rappresenta il meglio dell’umanità. Cooper: Me compreso? Amelia Brand: Ehi, abbiamo stabilito 90%.
  • Cooper: Così soli… Amelia Brand: Abbiamo l’un l’altro. Per il dottor Mann è peggio. Cooper: No, parlo di loro. È un pianeta perfetto e non ne troveremo un altro così. Amelia Brand: No. Non è come cercare un nuovo condominio. L’umanità sarà alla deriva, alla ricerca disperata di una roccia a cui aggrapparsi mentre riprende fiato. Dobbiamo trovare quella roccia.
  • Romilly: Ma tra tutte quelle anomalie la più significativa è questa: vicino a Saturno, una perturbazione dello spaziotempo. Cooper: È un wormhole. Amelia Brand: È apparso quarantotto anni fa. Cooper: E dove porta? Professor Brand: In un’altra galassia. Cooper: Un wormhole non è un fenomeno naturale. Amelia Brand: Qualcuno l’ha piazzato lì. Cooper: Loro? Amelia Brand: Mh. E chiunque essi siano, sembra che ci stiano proteggendo. Quel wormhole ci permette di raggiungere altre stelle. È apparso proprio quando ci serviva. Doyle: Hanno reso raggiungibili dei mondi potenzialmente abitabili.
  • Professor Brand: C’è un piano A e un piano B. Hai notato qualcosa di strano nella nostra base di lancio. Cooper: Tutta questa struttura è una centrifuga! Una sorta di veicolo, una-una stazione spaziale. Professor Brand: Entrambi. Piano A. Cooper: Come fa ad alzarsi da terra? Professor Brand: Le prime anomalie gravitazionali hanno cambiato ogni cosa. D’un tratto abbiamo capito che potevamo controllare la gravità. Quindi ho cominciato a lavorare a una teoria e abbiamo iniziato questa stazione. Cooper: …Ma la teoria è ancora incompleta. Amelia Brand: Ecco perché il piano B.
  • Amelia Brand: Piano B: una bomba di ripopolamento. Più di cinquemila ovuli fecondati con un peso al di sotto dei novecento chili. Cooper: Come li allevereste? Amelia Brand: Con l’attrezzatura di bordo incubiamo i primi dieci e dopo con la maternità sostitutiva la crescita sarà esponenziale. In una trentina d’anni avremo una colonia di centinaia di individui. La vera difficoltà con la colonizzazione è la diversità genetica. Ma questa la risolve.
  • Donald: Questo mondo non ti è mai bastato, vero Cooper? Cooper: Perché sento che andare nello spazio è quello per cui sono nato? Perché mi entusiasma? No, questo non lo rende sbagliato. Donald: Può darsi. Non fidarti della cosa giusta fatta per i motivi sbagliati. È il perché che conta, è basilare. Cooper: E il perché è solido. Noi agricoltori ci mettiamo seduti ogni anno quando la pioggia non arriva e diciamo “L’anno prossimo”. Ma l’anno prossimo non ci salverà e neanche quello dopo. Questo mondo è una miniera, Donald, ma è da un pezzo che ci sta dicendo di andarcene. L’umanità è nata sulla Terra ma non è destinata a morirci.
  • TARS: State bene? Tutti schiavi per la mia colonia di robot? Doyle: Gli hanno impostato un grado di umorismo per adeguarlo a questa unità. Lui crede che ci rilassi. Cooper: Un robot sarcastico enorme. Che idea geniale. TARS: Posso accendere una spia quando scherzo. Cooper: Potrebbe essere utile. TARS: Sì, puoi usarla per ritrovare la nave quando ti espello dall’airlock. Cooper: Che percentuale di umorismo hai, TARS? TARS: È al 100%. Cooper: Abbassiamola al 75, grazie.
  • Cooper: È difficile lasciare tutto. I miei figli, tuo padre… Amelia Brand: Dovremo passare moltissimo tempo insieme. Cooper: Dovremo imparare a parlare. Amelia Brand: E anche a non farlo. Sono una persona sincera. Cooper: Non c’è bisogno che tu sia così sincera. Ehi, TARS, di sincerità qual è il tuo parametro? TARS: 90%. Cooper: 90%… TARS: La sincerità assoluta non sempre è la forma di comunicazione più diplomatica e più sicura con degli esseri emotivi. Cooper: Ok. 90% sia, dottor Brand.
  • Cooper: Il dottor Brand e Edmunds sono anche… TARS: Non saprei. Cooper: Cos’è un 90% o un 10% “non saprei”? TARS: Ho anche un regolatore di discrezione. Cooper: Ma non una faccia da poker, furbacchione.
  • Professor Brand: Murph è una scintilla luminosa. Forse dovrei alimentare la fiamma. Donald: Murph ha già ridicolizzato gli insegnanti. Potrebbe venire a fare lo stesso con lei.
  • Amelia Brand: L’amore non è una cosa che abbiamo inventato noi. È misurabile, è potente. Deve voler dire qualcosa. Cooper: L’amore ha un significato, sì. Utilità sociale, solidarietà, allevare bambini… Amelia Brand: Amiamo persone che sono morte. Qui non c’è un’utilità sociale. Cooper: Non c’è. Amelia Brand: Forse vuol dire qualcosa di più, qualcosa che non possiamo ancora afferrare. Magari è una testimonianza, un… un artefatto di un’altra dimensione che non possiamo percepire consciamente. Io sono dall’altra parte dell’universo attratta da qualcuno che non vedo da un decennio, una persona che forse è morta. L’amore è l’unica cosa che riusciamo a percepire che trascenda dalle dimensioni di tempo e spazio. Forse di questo dovremmo fidarci, anche se non riusciamo a capirlo ancora. Va bene, Cooper. Sì, anche la minima possibilità di rivedere Wolf mi entusiasma. Non vuol dire che abbia perso il controllo. Cooper: Onestamente Amelia, può darsi.
  • Doyle: Che cos’era? Amelia Brand: La prima stretta di mano.
  • Romilly: Mi sta snervando, Cooper. Questo… questo.. millimetri di alluminio e poi basta, non c’è nient’altro lì fuori per milioni di chilometri che non ci uccida in un attimo. Cooper: Lo sai che alcuni dei migliori navigatori in solitaria del mondo non sanno nuotare? Non sanno farlo, e se finiscono in mare sono finiti. Siamo esploratori, Romilly; e questa è la nostra barca.
  • Cooper: [A TARS, che si getterà nel buco nero per assorbirne i dati] Faresti questo per noi? TARS: Prima di commuoverti, ricorda che in quanto robot devo fare tutto quello che mi chiedi. Cooper: Si è rotta la spia? TARS: Non sto scherzando.
  • Professor Brand: Hai avuto fede tutti questi… tutti questi anni. Ti ho chiesto di avere fede. Io volevo che credessi che tuo padre sarebbe tornato. Murph: Ci credo, professore. Professor Brand: Perdonami. Murph: Non c’è niente da perdonare. Professor Brand: Io… Io… Io ho mentito. Ti ho mentito. Non c’era… Non c’era bisogno che tornasse indietro. Non c’è un modo per salvarci. Murph: Ma il piano A? Tutta questa… Tutta questa gente e l’equazione? [Il professor Brand scuote la testa] Mio padre lo sapeva? Ha deciso di abbandonarmi… Professor Brand: Non andartene docile… [
  • Romilly: Ogni ora passata su quel pianeta sarebbero… sette anni sulla nostra Terra. Cooper: Dio santo. Romilly: Questa è la relatività, ragazzi. Cooper: Non possiamo semplicemente atterrare senza… Doyle: Cooper, abbiamo una missione. Cooper: Sì Doyle, abbiamo una missione e la nostra missione piano A è trovare un pianeta che possa accogliere la gente che vive sul nostro pianeta adesso. Doyle: Non pensare solo alla tua famiglia, devi pensare in grande, non credi? Cooper: Sto pensando alla mia famiglia e a milioni di altre famiglie, ok? Il piano A non funziona se la gente sulla terra muore prima che l’abbiamo completato. Doyle: No, infatti. Ecco perché c’è un piano B. Amelia Brand: Ok. Cooper ha ragione. Dobbiamo considerare il tempo come una risorsa, come cibo e ossigeno. Scendere lì ci costerà.
  • Cooper: Mia figlia aveva dieci anni. Non potevo parlarle di Einstein prima di partire. Amelia Brand: Non potevi dirle che andavi a salvare il mondo? Cooper: No. Quando diventi genitore una cosa ti è molto chiara. Vuoi che i tuoi figli si sentano al sicuro. Non puoi dire a una bambina di dieci anni che il mondo sta per finire.
  • Doyle: Letteralmente un cuore di tenebra. Romilly: Se solo potessimo vedere all’interno della stella collassata. La singolarità. Allora capiremmo la gravità. Cooper: Non c’è nessun dato da captare? Romilly: Niente supera quell’orizzonte. Neanche la luce. La risposta è lì ma non c’è modo di vederla.
  • Cooper: Non siete preparati per questo. Voi cervelloni avete le capacità di sopravvivenza di un boy scout. Amelia Brand: Siamo arrivati fin qui usando il cervello, più lontano di chiunque nella storia. Cooper: Be’, non è abbastanza lontano! E ora siamo prigionieri qui, finché non ci sarà più nessuno sulla Terra da salvare! Amelia Brand: Sto contando ogni minuto come te, Cooper…. Cooper: C’è qualche possibilità… Non so, qualche modo brillante, magari, di saltare giù per un buco nero per riguadagnare gli anni? Non scuotere la testa, dimmi! Amelia Brand: Il tempo è relativo, ok? E può allungarsi e restringersi, ma non può scorrere all’indietro, non può farlo, no! La sola cosa che può muoversi tra le dimensioni come il tempo è la gravità. Cooper: Ok. Sì, ma gli esseri che ci hanno portato qui, loro comunicano tramite la gravità, giusto? Amelia Brand: Sì. Cooper: E se ci parlassero dal futuro? Amelia Brand: Può darsi. Cooper: Ok. Se loro possono… Amelia Brand: Loro? Sono esseri di cinque dimensioni, ok? Per loro il tempo può essere un’altra dimensione fisica. Per loro il passato potrebbe essere un canyon in cui possono entrare e il futuro una montagna da scalare. Ma per noi non lo sono, ok?
  • Cooper: Sincerità. Nuovo settaggio: 95%. TARS: Confermato. Altre personalizzazioni? Cooper: Umorismo: 75%. TARS: Confermato. Autodistruzione tra 10 secondi. Nove… Cooper: Facciamo 60%. TARS: 60% confermato. “Toc Toc…” Cooper: Vuoi il 55%?
  • Dr. Mann: È buffo, quando ho lasciato la Terra pensavo di essere pronto a morire. La verità è che non ho mai considerato neanche la possibilità che il mio pianeta non fosse quello giusto. È andato tutto storto fin dall’inizio. Cooper: Andiamo. [Improvvisamente il dottor Mann gli stacca la ricetrasmittente dal casco e lo spinge giù in un dirupo] […] Cooper: Che sta facendo?! Dr. Mann: Mi dispiace, non posso lasciarle portar via quella nave. Ci servirà per completare la missione quando gli altri capiranno cosa non è questo posto. Non possiamo sopravvivere qui. Mi dispiace! Mi dispiace! […] Cooper: Ha falsificato… tutti i dati. Dr. Mann: Sì. Cooper: Non c’è una superficie… Dr. Mann: No! Ho provato a fare il mio dovere… ma ho capito, il giorno in cui sono arrivato, che qui non c’era niente. E ho resistito… alla tentazione per anni! Ma io sapevo… se solo avessi spinto quel pulsante… qualcuno sarebbe venuto a salvarmi. Cooper: Sei uno schifoso vigliacco. Dr. Mann: Sì… sì…. sì…. sì!
  • CASE: Cooper, non ha senso usare il carburante per… Cooper: Controlla la rotazione dell’Endurance. Amelia Brand: Cooper, cosa fai?! Cooper: Attracco. CASE: Rotazione Endurance 67 e 68 giri al minuto. Cooper: Pronto ad allineare la nostra rotazione con i retro-propulsori. CASE: Non è possibile. Cooper: No, è necessario!
  • Amelia Brand: Mi avevi detto che avevamo abbastanza risorse per tutti e due! Cooper: Eravamo d’accordo, Amelia. 90%.
  • TARS: Loro ci hanno salvato. Cooper: Sì, e chi sono questi “loro” e poi perché dovrebbero aiutarci? TARS: Non so. Ma hanno costruito questo spazio tridimensionale nella loro realtà pentadimensionale perché tu potessi capirla. Cooper: Sì, ma non sta funzionando. TARS: Sì, invece. Hai visto che il tempo qui è rappresentato con una dimensione fisica, hai capito che puoi usare una forza che può attraversare lo spaziotempo. Cooper: La gravità. Per mandare un messaggio. TARS: Affermativo. Cooper: La gravità può attraversare le dimensioni. Compreso il tempo.
  • TARS: Loro non ci hanno portati qui per cambiare il passato. Cooper: No… Loro non ci hanno portati qui. Siamo arrivati qui da soli.
  • Cooper: Ancora non capisci, TARS? Mi sono portato io qui. Noi siamo qui per comunicare col mondo tridimensionale. Siamo il ponte. Pensavo avessero scelto me. Non hanno scelto me, hanno scelto lei! TARS: Per cosa, Cooper? Cooper: Per salvare il mondo! Tutto questa è una stanza di una bambina. Ogni singolo momento. È infinitamente complesso. Loro hanno accesso a tempo e spazio infinito, ma non sono legati a niente. Non possono trovare un posto specifico nel corso del tempo. Non possono comunicare. Per questo sono qui io. Troverò un modo per dirlo a Murph così come ho trovato questo momento. TARS: Come, Cooper? Cooper: Amore, TARS. Amore. È come ha detto Brand. Il mio legame con Murph è quantificabile. È la chiave.
  • TARS: Cosa dobbiamo fare qui? Cooper: Trovare come dirglielo… L’orologio! L’orologio!! Ma certo! Codifichiamo i dati nella lancetta dei secondi. TARS, traduci i dati in Morse e trasmettimeli. TARS: Traduco i dati in Morse. E se non fosse mai tornata a prenderlo? Cooper: Tornerà… tornerà. TARS: Come lo sai? Cooper: Perché gliel’ho dato io.
  • TARS: Gli esseri dell’iperspazio stanno chiudendo il tesseratto. Cooper: Ancora non ti è chiaro? Non sono esseri, siamo noi! Quello che io ho fatto per Murph loro lo fanno per me. Per tutti noi. TARS: Le persone non sanno costruire questo. Cooper: No, non ancora. Ma un giorno sì. Non io e te. Ma altre persone. Una civiltà che si è evoluta al di là delle quattro dimensioni che conosciamo.
  • Cooper: Dove siamo? Medico: Stazione spaziale Cooper. In orbita intorno a Saturno. Cooper: Stazione spaziale Cooper… Che gentili ad averle dato il mio nome. [L’infermiera ride] Che c’è? Medico: Be’, non l’hanno chiamata così per lei, signore. L’hanno chiamata così per sua figlia.

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